ROMA, 24 MARZO 2009 - La Corte d'Appello di Roma, sezione lavoro, ha respinto il ricorso della Rai contro Michele Santoro che si vede così confermare sia il risarcimento economico che il rispetto della collocazione e del ruolo legato al programma in onda.

La Rai infatti aveva già pagato 1,5 milioni di euro al giornalista per il risarcimento del danno subito con l'allontanamento dalla tv pubblica e anche rispettare la sentenza che gli imponeva di riportare in video Santoro nella stessa collocazione di prima.

Tutto questo era stato stabilito dal Tribunale del lavoro contro il quale la Rai aveva appunto in appello fatto il ricorso che oggi è stato respinto. Viene quindi confermata la parte che stabiliva le modalità di utilizzazione di Santoro, che la Rai aveva contestato in quanto a suo avviso doveva essere ripensata perché avrebbe inciso sull'autonomia imprenditoriale dell'azienda. Ma anche la parte economica del risarcimento, che la Rai aveva già pagato.

Questa la decisione di oggi della Corte d'Appello di Roma sezione lavoro, presidente Ermanno Cambria, relatore Donatella Casablanca. ''Con la sentenza di oggi questi siamo ad oltre 10 giudici - commenta l'avvocato Domenico d'Amati, legale di Michele Santoro - che danno ragione a Santoro e torto alla Rai. La decisione di oggi è una gran bella soddisfazione''.